Ultime ricerche sulla storia del Paese
La figura di Francesco Piccolo nel libro di Virgilio Caivano sulla storia
degli arcipreti
Il
prete che salvò Rocchetta dalla distruzione dei Savoia
Il prelato oppose una schiera di bimbi inginocchiati al generale Pallavicini
intenzionato a passare per le armi il paese roccaforte dei briganti
Se Rocchetta Sant'Antonio nell'800 non fu rasa al suolo dall'esercito regio
dei Savoia lo si deve all'arciprete Francesco Piccolo, parroco del paese
dal 1873 al 1907.
I briganti avevano fatto di Rocchetta uno tra gli avamposti irpini maggiormente
preferiti nella lotta all'esercito regio. E dopo che, nei pressi del paese,
alcuni soldati furono letteralmente scuoiati vivi dai briganti, il generale
Pallavicini decise di passare il paese per le armi.
L'arciprete di Rocchetta, appartenente alla famiglia più nobile e
potente del paese (tuttora proprietaria del castello medioevale), riuscì
ad incontrare ad Atella la moglie di Pallavicini, ospite dei prorpietari
terrieri Saracino. Dalla consorte, il parroco riuscì a sapere che
Pallavicini nutriva pietà solo per i bambini; e fu così che
l'arciprete attese alla "Norcia", a pochi chilometri da Rocchetta,
il generale a capo dell'esercito vendicativo, opponendogli una schiera di
bambini inginocchiati nella richiesta di clemenza. Un espediente che convinse
il generale a desistere dalla rappresaglia, ma ad una sola condizione: tenere
in ostaggio il fratello del parroco per ammazzarlo se, nel giro di qualche
settimana, il paese non fosse stato liberato dai briganti.
Don Francesco, ricorrendo a diversi espedienti, mobilitò la popolazione
che cacciò i briganti, e Rocchetta fu salvata dalla vendetta di Pallavicini.
La figura e l'operato del prete che salvò Rocchetta viene ricordato,
quasi a due secoli dalla scomparsa, da un interessante libro sugli arcipreti-parroci
di Rocchetta Sant'Antonio scritto da Virgilio Caivano, animatore di Comunità
della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, promotore della campagna di
sensibilizzazione nazionale a favore dei piccoli comuni dell'Italia minore.
L'opera, pubblicata dalla Edizioni il Castello di Foggia, ripercorre il
parrocato degli arcipreti dal secolo XVIII fino ad oggi alla luce della
dottrina sociale della Chiesa.(a. blasotta )
A rivelarlo è Antonio Cestaro dell'università di Salerno in un libro su Libertazzi
Mussolini
cittadino onorario di Rocchetta Sant'Antonio
Il volume sarà presentato venerì prossimo
a Rocchetta, con documenti inediti sui moti popolari del 1937 che costrinsero
il Podestà a fuggire dalla casa municipale
Benito Mussolini fu cittadino onorario di Rocchetta Sant'Antonio. Lo rivela
Antonio Cestaro, titolare della cattedra di Storia Moderna all'Università
di Salerno, in un libro edito dalla casa editrice foggiana Edizioni il Castello
sulla vita e le opere di Giovanni Libertazzi, lo studioso originario di
Rocchetta S.A. che nove anni fa morì in seguito ad una operazione
di appendicite presso l'ospedale Lastaria di Lucera, per cui i medici furono
riconosciuti colpevoli dalla magistratura civile e penale.
Giovanni Libertazzi, un uomo una storia, questo il titolo del volume, offre
anche documenti inediti sui moti popolari del 1937 a Rocchetta, quando oltre
mille persone assaltarono la sede municipale e costrinsero alla fuga il
podestà dell'epoca. Rocchetta, il paese dove Libertazzi è
nato ed ha insegnato prima di trasferirsi a Battipaglia per svolgere l'attività
di ricerca storica sotto la guida di Gabriele De Rosa e dello stesso Cestaro.
Sua la monumentale opera su La diocesi di Lacedonia nell'età moderna
e gli studi sulle vicende storiche dell'Italia Meridionale, tra i quali
Transumanza e vita religiosa nel Mezzogiorno, Sinodi vescovi e clero nel
Mezzogiorno pretridentino.
A Libertazzi il Comune di Rocchetta intitolò la locale biblioteca
comunale e un premio universitario poi completamente abbandonato. Il ricordo
della sua vita e della sua opera è la ragione della pubblicazione
che la Edizioni il Castello ha inserito nella collana "Il tempo e la
memoria" dedicata alla riscoperta di uomini e storie della nostra terra,
e che ha come preciso obiettivo quello di raccontarli ai ragazzi delle nostre
scuole; per questo ogni libro ha un prezzo di copertina molto basso (2 euro)
ed è scritto con un taglio estremamente divulgativo. Come per il
libro su Mariateresa Di Lascia, anche questo su Libertazzi verrà
regalato ai ragazzi delle scuole di Rocchetta, così da fecondarne
la me moria. "Perché come scrive Antonio Blasotta nella presentazione
del volume - la privazione peggiore che si possa far soffrire al futuro
degli uomini è quella della storia di coloro che li hanno preceduti".
Webmaster Andrea Gisoldi